Fino a qualche tempo fa, l’illuminazione unica era l’unica possibilità in una stanza, ma le cose sono cambiate: ecco perché vale la pena tornare all’antico
Partiamo da un presupposto: ogni casa ha più stanze, a meno che non sia un monolocale o un bilocale. Ogni stanza ha una funzione, un utilizzo e in base a esso va scelta l’illuminazione che dovrà regnare sovrana. Per esempio, negli ultimi anni, con l’avanzare delle lampadine a risparmio energetico, molti hanno preferito indiscriminatamente l’illuminazione diffusa ai classici lampadari. Ma i lampadari non passeranno mai di moda, non può accadere: come tutto ciò che è classico, soprattutto per quanto riguarda i lampadari in cristallo, non c’è moda che tenga, l’eleganza è per tutti, in ogni luogo e in ogni tempo.
Ma, naturalmente, non si può ricorrere ai lampadari in ogni stanza: il lampadario è strettamente consigliato in salotto o nel soggiorno, se è lì che si svolgono i pasti anche con ospiti. Soprattutto se è uno spazio che condivide soggiorno e tinello. Si può usare anche in camera da letto, se però è accompagnato da lampade da tavolo per i comodini o il comò. Per le altre stanze, si può optare a propria discrezione, non c’è un galateo del lampadario. In particolare se si decide di non scegliere e quindi accompagnare ai lampadari un’illuminazione diffusa, se la stanza è molto grande.
In quest’ultimo caso, è sempre meglio scegliere un modello che sia classico, per non essere stridente con il resto della stanza, soprattutto se vengono mescolati stili diversi, non solo per quanto riguarda l’illuminazione. Se la stanza è invece molto caratterizzata, si può osare con un lampadario che ricalchi lo stile presente. O si può cominciare direttamente dalla scelta del lampadario e adattare a esso il resto dell’arredamento. Che cambierà faccia in base all’illuminazione scelta.